Le decisioni economicamente convenienti

Le decisioni economicamente convenienti

Le decisioni economicamente convenienti

Prendere decisioni è l'attività primaria di un manager o dell’imprenditore di una PMI.

https://youtu.be/8bOPf6ZiLzM

 Decidere è un processo razionale che ha radici nella volontà di migliorare la situazione attuale in ottica di ottimizzare i risultati aziendali.

Le decisioni sono divisi in due macro categorie :

 

Le decisioni operative, riconoscibili perché:

  • riguardano il breve periodo, coincidente con il periodo di budget, normalmente l’anno.
  • sono reversibili in quanto possono essere facilmente e velocemente modificate
  • non comportano modifiche della capacità produttiva 
  • non richiedono un impegno permanente di risorse.
  • hanno per oggetto l’efficienza e l’efficacia dell’impiego delle risorse

 

Le decisioni strategiche, riconoscibili perché:

  • riguardano il medio-lungo periodo
  • hanno il carattere della irreversibilità, sono cioè difficilmente modificabili se non “a caro prezzo”
  • comportano modifiche dell'assetto aziendale.

In questo lavoro approfondiamo la tematica delle decisioni operative

Un processo decisionale operativo è divisibile in sei fasi

- definire il problema da affrontare
- identificare le diverse alternative
- scegliere l'alternativa più conveniente
- implementare l'alternativa scelta
- verificare la bontà della scelta

Cosa comporta scegliere l’alternativa economicamente più conveniente?

Scegliere l'alternativa più conveniente implica l'applicazione di criteri di valutazione economica, tra cui l'analisi dei costi in quanto strumento che consente di anticipare l'impatto economico-finanziario di ciascuna delle alternative sul tavolo.

Quali costi considerare in un processo decisionale?

Il primo nodo critico in una valutazione economico finanziaria è identificare gli elementi di costo e di profitto rilevanti.

Perché un costo sia rilevante in una decisione deve:

  • riguardare il futuro, niente può cambiare quanto già accaduto
  • differire tra le due alternative. I costi che non variano fra le alternative da valutare non sono rilevanti. Questo significa che i costi futuri che non differiscono non sono rilevanti.

E’ possibile sintetizzare dicendo che per le decisioni di breve periodo è necessario impiegare il sistema a costi variabili, da cui il calcolo del margine di contribuzione.

Ma attenzione!

Soprattutto nelle PMI che lavorano al limite della capacità un qualsiasi cambiamento o decisione può avere ripercussioni anche sui costi fissi.

Quindi meglio sintetizzare dicendo che per valutare l’impatto economico di una decisione operativa bisogna considerare, oltre ai costi variabili anche il variare dei costi fissi specifici

In buona sostanza il variare dei costi specifici

Un possibile errore, altamente fuorviante, è considerare il costo pieno unitario, comprensivo della quota di costi fissi indiretti che di norma non si modificano nel breve periodo.

Quali sono le decisioni operative più frequenti?

  • accettare o non accettare un ordine di vendita ad un prezzo speciale
  • valutare se eliminare un prodotto
  • decisioni in merito all’impiego di un fattore scarso, come le ore macchina oppure la materia prima
  • scegliere se lavorare internamente oppure acquistare: Make or buy

In quest’ultimo caso per decidere in modo conveniente fra esternalizzare o continuare a produrre internamente la valutazione deve concentrarsi soltanto sui costi eliminabili  e su quelli incrementali.

Calcolare quanto risparmio in termini di costo se si esternalizza rispetto all'entità del costo che si genera.

Per affrontare nel breve periodo una situazione di capacità produttiva insufficiente l'azienda potrebbe decide di esternalizzare la lavorazione di uno o più prodotti .

 Fatto salvo valutazioni qualitative legate ad esempio al timore di perdere il controllo della produzione o di diffondere knowhow, su quale base decidere quali fra i diversi prodotti sia meglio esternalizzare?

In questo caso il calcolo della convenienza economica si concentra sul margine di contribuzione generato da ciascun componente per verificare quale margina di meno.

Il calcolo del margine di contribuzione è lo strumento idoneo anche per valutare se eliminare o meno una linea di prodotti.

Oltre ai costi vivi, cioè costi che richiedono un esborso futuro, in alcuni casi è necessario fare una valutazione degli impieghi alternativi delle risorse esistenti.

Ovvero sia calcolare il costo opportunità che corrisponde al risultato economico a cui si rinuncia scegliendo l’alternativa.

Il calcolo del costo opportunità può essere l’ago della bilancia in una scelta fra make or buy, ; il costo opportunità in questo caso corrisponde al margine di contribuzione a cui si rinuncia e nel calcolo va in diminuzione del costo ell’esternalizzazione.

Concludo con una considerazione maturata sul campo.

Dotarsi di criteri di valutazione economica di certo non sostituisce l’intuito imprenditoriale, ma quantomeno può essere un valido supporto per evitare di prendere decisioni errate.